âLa chiusura degli impianti sportivi è stata una misura necessaria e coerente nella prima fase della pandemia. Le conoscenze circa la modalitĂ di trasmissione del virus erano ancora non del tutto note ed il principio di massima precauzione era lâunico possibile.
A distanza di piĂš di anno la chiusura massiva degli impianti indoor crea senzâaltro problemi seri tanto quanto la pandemia stessa. Lâapproccio delle autoritĂ sanitarie è rimasto sostanzialmente lo stesso, seguire lâevoluzione dei contagi e chiudere tutte le attivitĂ che si ritenga favoriscano la trasmissione del virus.
Oggi abbiamo la certezza che il virus si trasmetta direttamente da un soggetto infetto ad una persona che sia a distanza critica e senza barriere protettive. Ă oramai documentato che la trasmissione âaereaâ avviene solo in condizioni estreme quali ambienti ristretti, densamente affollati ed a limitata circolazione dâaria, mentre il contagio tramite superfici contaminate è stato dapprima ridimensionato ed ora completamente escluso. Queste conoscenze sono fondamentali per poter decidere quali attivitĂ possano essere svolte ed a quali condizioni.
La maggioranza degli impianti sportivi di qualitĂ ha fatto importanti investimenti nel trovare soluzioni dove lâattivitĂ fisica possa essere svolta in grande sicurezza (vale la pena di dare descrizione esemplificativa di alcune delle misure in attoâŚ.tipo partizioni in plexiglas, distanza tra ogni individuo, areazione, gestione dei flussi di ingresso ed uscita, spogliatoi etc) .
I tempi sono maturi per passare da una fase di gestione passiva (chiusura) ad una gestione attiva: verifica delle misure in atto, controllo rigoroso del rispetto, raccolta dati sulle reali fonti di contagio, ed eventuali misure complementari quali lâutilizzo di diagnostica rapida ed accesso ai soli negativi. Le autoritĂ sanitarie hanno secondo me tutti gli elementi ed i mezzi potenziali per consentire la ripresa delle attivitĂ ginnico sportive (incluse quelle acquatiche) in maniera controllata e sicura. Se poi ragioniamo in termini comparativi, rispetto alla situazione del trasporto pubblico o della scuola, câè veramente molto spazio di intervento immediato. La spesa per controllo capillare ed efficace che consenta la ripresa di attivitĂ costituisce un investimento e non è certamente superiore alla spesa di sussidio e sostegno passivo che non può essere protratta sine die ed è totalmente improduttiva.â
Prof Guido Rasi Microbiologia UniversitĂ Tor Vergata
Ex Direttore esecutivo EMA Agenzia del Farmaco Europea
Ex Direttore Generale AIFA Agenzia del Farmaco Italiana
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